Dopo aver progettato e scritto un testo, bisogna prendersene cura.
Il che, in prima battuta, significa andare a leggerlo e rileggerlo più e più volte, per scovare gli inceppi, le piccole imperfezioni, i punti di attrito che lo rendono meno fluido.
Pensaci. Cosa fa un buon meccanico? Ascolta il motore. Lo stesso va fatto con un testo: dopo averlo scritto lo devi anche ascoltare, perché si porta dentro una carica molto più ampia di quella che esprime attraverso le parole che lo definiscono.
C’è una sorta di alone che racconta il non detto, le esitazioni e le accelerazioni che hanno accompagnato l’affiorare di un’idea, gli umori e gli stati d’animo che ti hanno portato a scrivere proprio quel testo, frase dopo frase.
E’ esattamente qui che entra in gioco l’attitudine zen. Che si può sintetizzare così: essere totalmente immersi e concentrati in ciò che si sta facendo, osservando tutto con la massima attenzione e accogliendo quello che sorge senza bloccarlo attraverso schemi mentali prestabiliti.
Non c’è niente di filosofico o esoterico: se osservi un bravo artigiano (il meccanico lo è) mentre lavora, ti accorgi subito che svolge ogni operazione con calma e accuratezza, facendo una cosa alla volta, una dopo l’altra.
Utilizza la tecnica con la massima concentrazione, ma senza bloccare l’intuizione.
10 consigli per una buona manutenzione del testo
La manutenzione è una faccenda pratica, concreta, e quindi è bene tenere sempre presenti alcune buone regole di funzionamento. Io uso queste.
.#1 Leggi il tuo testo come se lo avesse scritto qualcun altro. Il motivo è semplice: sei più obiettivo ed è più facile intervenire quando un testo non è “tuo”.
.#2 Taglia tutto quello che puoi, senza indulgenza: le parti superflue, le parole poco chiare, i concetti farraginosi, le ripetizioni. Dove è possibile, usa una parola invece di due.
.# 3 Controlla il montaggio dei periodi: spesso ci si incarta perché le cose sono già scritte, ma è sbagliata la sequenza dell’esposizione.
.# 4 Verifica che quanto hai prodotto sia coerente con il progetto di partenza. E controlla bene di aver mantenuto sempre il focus del discorso sul preciso argomento che hai deciso di trattare.
.#5 Dopo la prima stesura completa, lascia decantare il tutto. Prenditi una pausa, occupati d’altro. Quando ti verrà davvero voglia di rileggere il tuo testo un’altra volta, sarà il momento migliore.
.#6 Non stancarti di trovare il ritmo giusto. Se necessario, rileggi a voce alta, più volte. Lavora di lima e di cesello.
.#7 Ascolta le pause, vedi se entrano al momento opportuno. E inserisci cambi di passo: la scansione dei periodi non deve essere tutta uguale.
.#8 Un buon testo si basa su un insieme delicato di equilibri. Quando hai un dubbio, ascoltalo sempre. E provvedi.
.#9 Quando ti sembra di essere arrivato a un livello soddisfacente, fa’ un test con qualcuno di cui ti fidi: guardalo mentre legge e poi ascolta con molta attenzione le sue impressioni. Ogni volta riceverai una serie di indicazioni preziose.
.#10 A questo punto pensa alla destinazione finale del tuo testo: che approdi alla stampa o navighi nel digitale, dovrà rispondere a una serie di specifiche tecniche e di utilizzo. Verifica che anche lì funzioni tutto perfettamente.
Un’ultima cosa…
Già, dirai, ma per la messa a punto di un testo quanto tempo ci vuole?
Scrivere non è diverso dal costruire un oggetto o tirare su una casa: è un’operazione bella e complessa, e per farla riuscire bene… ci va il tempo che ci va. 🙂
(Photo credits: Karolina Grabowska)
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