Quella che vedete riprodotta è un’infografica pubblicata qualche tempo fa da Internazionale: “Le 10 sorelle. I grandi marchi che controllano tutta la nostra vita”. E’ un buon esempio di narrazione immediata, sintetica e ricca di informazioni e contenuti. E’ una mappa che racchiude in una sola tavola una presentazione di decine di pagine.
Come segnala nel suo blog Luisa Carrada, le “mappe mentali” sono sempre più utilizzate nelle aule universitarie e come strumenti di lavoro. Probabilmente, in una fase di grandi cambiamenti come quella che stiamo vivendo, sentiamo tutti il bisogno di procurarci – o creare – buoni strumenti di orientamento. Ma una mappa mentale è anche qualcosa di più: permette di esplorare le forze in campo e le potenzialità presenti, costituisce un formidabile trampolino per lanciarsi in nuove associazioni, nuovi progetti, nuovi concept. In altre parole, può trasformarsi in un moltiplicatore creativo.
Scrive Roberta Buzzacchino: “Le mappe mentali sono la rappresentazione grafica del pensiero attraverso parole e immagini secondo una struttura gerarchico-associativa che si sviluppa in senso radiale. Esse si basano sulla capacità naturale della mente umana di associare idee e pensieri in maniera non lineare e permettono di sfruttare al meglio le potenzialità del nostro cervello che elabora le informazioni non solo in modo logico, razionale, ma anche globale, creativo, intuitivo, emotivo”.
Una buona idea per affrontare ben equipaggiati un periodo di crisi può essere quella di creare una mappa delle proprie competenze. A fianco delle professionalità acquisite con l’attività lavorativa, vanno collocate le capacità che derivano dall’aver coltivato una passione per molti anni (per esempio, posso essere un bravo contabile che alla sera si trasforma in un ottimo chitarrista) e che, con la pratica costante, hanno portato a maturare attitudini, saperi e abilità trasferibili con successo in altri contesti.
Al termine di questa esplorazione avremo un quadro più ampio delle risorse disponibili, che svela potenzialità inaspettate e invita a produrre combinazioni inedite per cercare soluzioni alternative. E procedendo “per contagio” può stimolare l’innovazione all’interno di un ufficio e, perché no, in un’intera organizzazione.