Autore o comunicatore? Scopri la differenza

Autore o comunicatore? E' importante conoscere la differenza.

Nell’epoca di wordpress e dei social, ci basta “schiacciare un bottone” per presentare a un pubblico il contenuto che abbiamo scelto, creato ed elaborato: in pratica, diventiamo tutti autori ed editori. Non solo. Ogni volta che pubblichiamo tramite una piattaforma social, ci trasformiamo in comunicatori, che dialogano e cercano di ottenere precise reazioni dai propri follower.

Ma siamo sicuri che sia tutto così semplice?   

In realtà il processo appena descritto rischia di creare uno strano effetto ottico che può portarci a confondere o sovrapporre ruoli che, almeno a livello professionale, devono continuare a essere considerati assolutamente distinti, anche se talvolta possono convivere nella stessa persona.

Lo spiega molto bene in un suo bell’articolo Sergio Pistoi che, nella sua duplice veste di giornalista scientifico e consulente di comunicazione, evidenzia quanto sia fondamentale la distinzione tra autore e comunicatore. 

Vediamola insieme.

Autore e comunicatore: punti di contatto e differenze

Scrive Pistoi:

L’autore/divulgatore è colui che porta la sua voce e il suo messaggio al pubblico. Gli interessa raccontare. La divulgazione è il suo fine.

Il comunicatore è il professionista che porta il messaggio di qualcun altro, ad esempio un committente istituzionale. Il comunicatore è uno stratega, con un piano e una competenza specifica. Per il comunicatore la divulgazione non è un fine ma uno strumento. Gli interessa l’effetto finale della comunicazione sulla gente.

In pratica, un autore si occupa di raccontare una storia, ma non sta dentro una strategia. Al contrario, un comunicatore professionista elabora un piano di comunicazione con obiettivi e strategie chiare; implementa le azioni previste dal piano; valuta il raggiungimento degli obiettivi con metriche misurabili.

Per essere ancora più chiari: all’autore interessa comunicare un messaggio; al comunicatore interessa l’effetto finale e misurabile della comunicazione sulle abitudini o le percezioni del pubblico.

Altra differenza fondamentale: l’autore risponde al suo pubblico di quello che dice; il comunicatore risponde al cliente dei risultati rispetto agli obiettivi prefissati.

E ancora: il bravo autore c’è sempre e vuole sempre essere visto; il bravo comunicatore si vede poco, lavora in silenzio e nell’ombra. Non gli interessa comunicare personalmente il messaggio, gli interessa la reazione del pubblico al messaggio.

Cosa serve per essere un comunicatore di professione

Allarghiamo ulteriormente il nostro raggio d’indagine e sentiamo cosa ha da dirci in proposito un’autorità della comunicazione digitale come Riccardo Scandellari.

Nel suo post Professione comunicatore: tre elementi indispensabili Scandellari individua tre tipi di competenze che sono “l’abc imprescindibile per il comunicatore digitale”:

#1. La competenza tecnica (che, a seconda dei casi, può declinarsi in una conoscenza approfondita di WordPress, programmi di grafica, montaggi e riprese video);

#2. La competenza sui contenuti (che richiedono una buona capacità espositiva e la dote della sintesi);

#. La sensibilità giornalistica, ovvero la capacità di proporre contenuti interessanti, freschi e originali.

Ma, per quanto importante, la competenza tecnica da sola non basta per poter comunicare contenuti efficaci: bisogna dire qualcosa di utile e rilevante.

Trovare qualcosa di interessante e originale da comunicare richiede un lavoro di gestione delle fonti e una quantità di tempo non indifferenti. Avere qualcosa di solido da dire è la base di qualsiasi attività comunicativa. Questa condizione viene prima della competenza contenutistica e della competenza tecnica, con cui successivamente si riuscirà a creare l’esposizione che ci fa percepire efficaci.

Tirando le somme…

In questo post ho provato, senza alcuna pretesa di esaustività, a evidenziare quelle che sono le differenze fondamentali tra un autore e un comunicatore. 

Che sia un argomento tutt’altro che semplice da affrontare, è fuori di dubbio. Il discorso sarebbe ancora molto lungo e sicuramente lo affronterò di nuovo in futuro, da altri punti di vista. Perché su fenomeni così complessi e in continua evoluzione, sento il bisogno di continuare a ragionare, a confrontarmi e a imparare.

Ma prima di chiudere, vorrei spendere ancora due parole sul mio specifico ambito di azione, il business writing (ossia comunicare tramite la scrittura), per ribadire quanto siano importanti nel determinare l’efficacia del risultato finale gli interventi di specifiche competenze professionali.

Per realizzare un contenuto testuale efficace, c’è sicuramente bisogno della competenza di un copy e di un editor, quindi di qualità, cura e revisione del testo scritto. 

C’è anche bisogno di controllare i fatti e le fonti, quindi di una competenza specifica di content curation

E c’è ancora un gran bisogno di bravi grafici, fotografi e videomaker che realizzino i contributi non testuali da inserire nella comunicazione.

Il motivo è presto detto: combinare in un testo l’affidabilità e la rilevanza dei contenuti con un utilizzo efficace dei nuovi media digitali, tenendo assieme gli obiettivi di business, è una cosa che possono fare solo dei professionisti.


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