Scrivere contenuti: la tecnica del togliere

Per scrivere contenuti efficaci bisogna togliere tutto quello che è superfluo

Per scrivere contenuti efficaci bisogna essere semplici e togliere tutto quello che è superfluo. Proprio come fa uno scultore, che parte da un blocco di materiale grezzo e via via incide con lo scalpello, fino a raggiungere la pulizia della forma.

Questa considerazione mi arriva dalla lettura di Quando meno diventa più, un libro scritto con eleganza stilistica impeccabile dallo psicologo cognitivo Paolo Legrenzi.

Comunicare l’essenziale

Perché è così essenziale essere essenziali? Spiega Legrenzi:

Oggi viviamo in un mondo troppo complesso, con estensioni artificiali delle nostre menti troppo pervasive, per non porci il problema della ricerca della perfezione tramite la sottrazione e per non cercare di scoprire strategie più semplici e dirette per affrontare i problemi.

Se ci pensi, abbiamo talmente tante informazioni disponibili che il vero problema è riuscire a trovare quelle utili. Per questo apprezziamo i motori di ricerca come Google o i siti come Wikipedia: perché ci aiutano a reperire le informazioni giuste, quelle che ci servono proprio in quel preciso momento.

Se nello scrivere i contenuti di un sito fai questo lavoro per il tuo lettore, gli rendi un buon servizio.

Applicare ai contenuti online la tecnica del togliere

La scrittura professionale ha l’obiettivo di fare arrivare chi legge al nocciolo della questione, senza inutili deviazioni.

Per prima cosa devi chiederti: qual è il messaggio che sto cercando di trasmettere? Dopo aver esaminato e classificato attentamente il materiale che hai raccolto, escludi tutto quello che non è importante esporre, in modo da distillare un’idea complessa in un’essenza semplice, ma carica di significato.

Completata la prima stesura, puoi passare alla fase di revisione del testo. Qui può essere utile seguire questo consiglio:

Taglia tutto quello che puoi, senza indulgenza: le parti superflue, le parole poco chiare, i concetti farraginosi, le ripetizioni. Dove è possibile, usa una parola invece di due.

Alla fine del lavoro il testo deve risultare chiaro, semplice, comprensibile, completo, credibile e accurato.

Tutte queste cose, unite insieme, producono l’essenzialità.

A lezione di scrittura da Raymond Carver

I racconti dello scrittore statunitense Raymond Carver sono un esempio perfetto di accuratezza applicata alla scrittura: il suo obiettivo è dire esattamente quello che vuole dire e usare il minimo di parole per farlo.

In ogni suo racconto descrive gli oggetti con un linguaggio comune, fatto di parole precise cariche di significato, facendoli emergere dalla pagina con immensa forza espressiva.

Il suo segreto? Mettere a fuoco le parole giuste, lavorando senza sosta per liberarsi di tutto il superfluo.

Se vogliamo arrivare a una comunicazione efficace, ricordiamoci sempre la sua lezione. E teniamo bene a mente questa sua riflessione:

“Non c’è ferro che possa trafiggere il cuore con più forza di un punto messo al posto giusto”.

Quando la lessi per la prima volta, questa frase di Isaac Babel mi investì con la forza di una rivelazione. Era proprio la cosa che volevo fare con i miei racconti: mettere in fila le parole giuste, le immagini precise, ma anche la punteggiatura esatta e appropriata per far sì che il lettore fosse attratto e coinvolto all’interno del racconto fino a essere incapace di distogliere lo sguardo dal testo, a meno che non gli andasse a fuoco la casa attorno”.

È questo il traguardo da raggiungere.

(Photo Credits: Milad Fakurian/Unsplash)

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